La cassa pensioni dei quattro istituti Clinica Arlesheim SA, Sonnenhof Arlesheim SA, Fondazione La Motta, Brissago e MTZ Sirius Sagl, Arlesheim è denominata Fondazione comune Istituto clinico-terapeutico.
Si vuole in tal modo evidenziare che questa cassa pensioni non è una fondazione collettiva, bensì, come lo suggerisce la denominazione stessa, un istituto di previdenza che riunisce le aziende appartenenti direttamente o indirettamente all’Istituto clinico-terapeutico.
La Fondazione comune esiste dal 1972 ed è stata costituita a quel momento con il nome di Fondazione di previdenza della Clinica Ita Wegman.
Sede amministrativa
Beratungsgesellschaft für die zweite Säule AG, Dornacherstr. 230, 4018 Basilea
Tel. 061 337 17 08
Banca: Basellandschaftliche Kantonalbank, IBAN CH77 0076 9016 3350 0137 2
Fondazione iscritta con il n. 110 nel Registro degli istituti di previdenza del personale secondo la LPP, Cantone di Basilea-Campagna,
Registro di commercio CH-280.7.914.920-3 dal 17.07.1972.
Organo di controllo
Copartner Revision AG, Basel
Esperti della previdenza professionale
Dr. Martin Wechsler AG, Hauptstrasse 105, 4147 Aesch
Gestione patrimoniale
ZKB
Albin Kistler AG
Autorità di vigilanza
BSABB, BVG- und Stiftungsaufsicht beider Basel, Eisengasse 8, 4001 Basilea
Gli istituti d’assicurazione privati che applicano il primato dei contributi finanziano per ogni assicurato, tramite contributi paritetici del datore di lavoro e del lavoratore, un avere di vecchiaia basato sul salario assicurato che sarà risparmiato sino all’età di pensionamento. Se l’assicurato subisce nel corso della sua vita lavorativa un danno alla salute che comporta un’invalidità, riceve fino all’età di pensionamento una rendita che la nostra fondazione ha però riassicurato esternamente. L’avere di vecchiaia deve bastare sino alla fine della vita dell’assicurato per poter pagare gli importi mensili della rendita. Questi importi mensili di pagamento sono calcolati separatamente per uomini e donne a causa della diversa speranza di vita media. Si menziona come fattore di calcolo l’aliquota di conversione che permette di convertire l’importo del capitale in una rendita mensile vita natural durante. Con l’andar del tempo la speranza di vita cambia e questo fatto viene riassunto nel concetto di “basi tecniche”. Più alta è la speranza di vita, più necessaria si rivelerà la riduzione dell’aliquota di conversione. Vi è quindi un nesso diretto fra basi tecniche e aliquota di conversione.
L’interrelazione fra contributi e prestazioni, vale a dire l’equilibrio finanziario, dev’essere illustrato costantemente in un piano finanziario. Al riguardo vanno determinati i capitali necessari, ciò che si ottiene grazie alle operazioni di sconto. Un fattore di questo calcolo è il tasso d’interesse, la cui entità viene ipotizzata. Questo tasso è chiamato “tasso d’interesse tecnico”. Questa ipotesi è in relazione diretta con l’evoluzione dei proventi da capitale, che si basa parimenti su un’ipotesi.
Un altro aspetto legato alla riduzione di questo tasso d’interesse dello 0,5% si evidenzia nel peggioramento del grado di copertura del 2%, poiché il capitale di copertura necessario per i beneficiari di rendite aumenta del 5%. Esiste inoltre un legame diretto fra tasso d’interesse tecnico e aliquota di conversione, che nel 2018 ha dovuto nuovamente essere ridotta dal 6,0% al 5,3%.
Sulla base dell’effettivo di assicurati e beneficiari di rendite aventi diritto, l’esperto di previdenza professionale calcola ogni anno gli importi in denaro necessari per poter adempiere l’obbligo di versare una rendita vitalizia. Se la speranza di vita aumenta costantemente, gli averi di vecchiaia accumulati non sono più sufficienti. La Fondazione deve mettere a disposizione per il finanziamento delle rendite mezzi supplementari, che sono denominati accantonamenti per perdite legate al pensionamento. In passato, grazie all’andamento positivo sui mercati finanziari, abbiamo potuto spesso incassare oltre un milione di franchi di utili all’anno, che abbiamo messo da parte per questo scopo ma anche per aumentare la riserva di fluttuazione del valore. Secondo l’esperienza acquisita, quest’ultima doveva raggiungere il 20% dell’effettivo dei titoli. In altre parole, il grado di copertura avrebbe dovuto ammontare di fatto al 120%.
Il rendimento degli averi di vecchiaia durante la loro costituzione ha un notevole influsso sull’ammontare al momento dell’età di pensionamento. L’effetto derivante dall’interesse dell’interesse è ben noto. Qualora il tasso d’interesse, che per lungo tempo si era attestato al 4%, si riduce o persino viene meno, ciò comporta una riduzione significativa delle rendite successive.
Ogni assicurato riceve annualmente un certificato d’assicurazione dal quale si evince l’avere di vecchiaia presumibile, la rendita di vecchiaia da esso dedotta e il reddito sostitutivo in caso di invalidità. Questi dati si basano su un calcolo approssimativo per il quale è ipotizzato un tasso d’interesse di proiezione. Vi è un nesso fra il tasso d’interesse di proiezione e l’evoluzione dei proventi di capitale presumibili tenuto conto del tasso d’interesse tecnico.
Gestire un istituto di previdenza presuppone lavoro e spese. Il lavoro consiste nell’amministrare il patrimonio e nell’illustrare i processi aziendali e le mutazioni che riguardano gli assicurati. I costi sono generati dall’attività amministrativa descritta, dai premi per la riassicurazione e dalle misure di controllo prescritte che spettano al revisore, all’esperto e all’autorità di vigilanza. Vi è un legame fra questi costi e il contributo di rischio che non è destinato alla costituzione del capitale ed è pari attualmente al 2% dei salari assicurati. Con questa aliquota di contributo si generano attualmente 980'000 franchi. Il premio assicurativo ammonta a 390'000 franchi, mentre i costi amministrativi a 220'000 franchi. Con la parte rimanente è finanziato il premio del Fondo svizzero di garanzia, che va nelle cifre rosse se gli istituti di previdenza falliscono.
Una parte degli investimenti di capitale ha luogo mediante la gestione di propri immobili. La Svizzera conosce la protezione degli inquilini. Una politica dei canoni di locazione basata su principi imprenditoriali si scontra con le strette maglie della rete di prescrizioni. L’unico margine di manovra presente è dato dai cambiamenti regolari di locatari. In questo ambito, alla libertà contrattuale è posto un limite massimo dettato dal gioco dell’offerta e della domanda, mentre eventuali canoni di locazione abusivi possono essere contestati. In considerazione dei limiti massimi legali degli investimenti, occorre procedere regolarmente a una nuova valutazione dei valori di stima immobiliari, poiché l’effettivo non può superare il 30% di tutto il patrimonio di un istituto di previdenza. Vi è un legame fra valutazione degli immobili e rendimento lordo dei canoni di locazione. Più alta è la stima, minore è il rendimento in caso di proventi invariati delle locazioni. Un altro legame esiste fra provento della locazione e tasso d’interesse di riferimento fissato a livello statale.
Dopo la crisi finanziaria ed economica del 2008 il rendimento degli investimenti è sceso costantemente. Per i piccoli istituti di previdenza le oscillazioni del valore divengono quindi un problema supplementare, tanto più che le azioni sono considerate dagli investitori istituzionali, come le casse pensioni, un investimento a lungo termine. A causa dell’obbligo legale della valutazione al corso della borsa nel giorno di riferimento, esse possono registrare pertanto improvvisamente coperture insufficienti riconducibili alle cosiddette perdite non realizzate. Se questa copertura insufficiente perdura per lungo tempo, il Consiglio di fondazione potrebbe essere chiamato ad adottare misure di risanamento. A questo riguardo sono possibili diverse varianti: il finanziamento paritetico della copertura insufficiente mediante contributi di risanamento da parte dei collaboratori e del datore di lavoro, vale a dire in parti uguali; il pagamento solo da parte del datore di lavoro di riserve di contributi del datore di lavoro con dichiarazione esplicita di rinuncia d’utilizzazione su un conto speciale esposto nel bilancio della fondazione o il pagamento solo da parte del datore di lavoro di contributi di risanamento a fondo perso. Quest’ultima variante è definitiva mentre la soluzione della riserva di contributi del datore di lavoro con rinuncia d’utilizzazione può per contro essere impiegata quale finanziamento di contributi ordinari una volta eliminata la copertura insufficiente.
I contributi di risanamento di beneficiari di rendite possono essere riscossi solo sulla parte delle rendite correnti che, negli ultimi 10 anni prima dell’inizio della misura, sono state costituite mediante aumenti liberi delle rendite della fondazione. L’ammontare originario della rendita è considerato quindi in ogni caso come acquisito.